ELISA

Sono nata in un giorno d’estate. All’alba.

La mia madrina s’è decisa di chiamarmi Elisa, che di Valentina ce n’erano già troppe.

Rossa come un cocomero maturo, mio padre mi ha portato come un trofeo alla sagra paesana.

Le attrazioni di quella sera siamo stati: io, viva con un polmone collassato alla nascita; i gnocchetti verdi alla San Rocco; Kramer alla fisarmonica e il lanciatore di coltelli.

Sono cresciuta in un paesino a metà strada tra il lago e la montagna, su una collina che c’erano stati anche il Manzoni, la Margherita Sarfatti e Garibaldi.

L’aria buona, il buon cibo, le stagioni sempre all’aria aperta con gli amici, i libri e i boschi mi hanno regalato un mondo di fantasia e gioco che sotto le mentite spoglie dell’adulta, continuo a far rivivere attraverso il mio mestiere di conta-storie.

Raccontare storie è quello che faccio.

Le scrivo, le interpreto, le canto, le suono.

Lo faccio da sola o in compagnia.

Le racconto perché senza storie il mondo sarebbe senza bellezza e non si salverebbe più!

Perché una storia non basta che sia bella, una storia la devi raccontare a qualcuno, di modo che essa stessa sia un aiuto.